venerdì 29 giugno 2012

L’adultera.





Il brano evangelico è di Giovanni, ma per stile e tema potrebbe essere attribuito a Luca. E', infatti, la celebrazione della misericordia e del perdono nei confronti di una peccatrice, alla quale viene offerto di percorrere una nuova strada. E’ una donna sorpresa, da scribi e farisei, in flagrante adulterio. Non ci sono dubbi, dunque, su di lei. La donna è sola, posta al centro degli sguardi perfidi e perversi dei suoi accusatori, viene posta esattamente tra i due Testamenti: si tratta di un confronto tra Mosè e Gesù, tra le logiche dell'Antico e del Nuovo Testamento.
 
Gesù è chino a terra a testa bassa, silenzioso. Con calma, come chi domina la situazione, comincia a scrivere in terra con il dito. Sono gli avversari che si innervosiscono. Loro insistono e vogliono che Gesù dia la sua opinione. Allora Gesù si alza e dice: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra!". Gesù non discute la legge, ma cambia l’obiettivo del giudizio. Invece di permettere che loro pongano la legge al di sopra della donna per condannarla, chiede loro di esaminarsi alla luce di ciò che la legge esige da loro. Gesù non nega il giudizio di Dio o la Legge e neppure chiede pietà per la donna, scusandola o difendendola per un peccato che sicuramente ha commesso; vuole che ciascuno rivolga il giudizio della parola di Dio anzitutto verso se stesso.

Agostino Caracci - Cristo e l'adultera
Alla fine, Gesù rimane solo con la donna in mezzo al circolo. Si alza e la guarda: "Nessuno ti ha condannato!" Lei risponde: "Nessuno, Signore!" E Gesù: “Nemmeno io ti condanno! Vai e d’ora in poi non peccare più!"
Gesù dà fiducia alla donna, non la condanna, ma ciò non significa indifferenza morale. La sua parola suona come un’assoluzione, congiunta però all’impegno accettato di non peccare più.
La donna, considerata colpevole e meritevole della pena di morte, rimane in piedi davanti a Dio, assolta, redenta e recupera la sua dignità.
Signol - Cristo e l'adultera
Anche noi, quando giudichiamo il prossimo per i suoi difetti e i suoi peccati, rinnoviamo il gesto degli scribi e dei farisei: trasciniamo gli altri al giudizio con la nostra mancanza di carità e pretendiamo di lapidarli con le nostre invettive e le nostre insinuazioni.
Dobbiamo poggiare la pietra per terra e tornare indietro. Il perdono di Dio è così; non solo cancella il passato, ma crea un futuro nuovo e migliore, apre nuove possibilità e strade.